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Un “Pronto intervento sociale”, in grado di intervenire in ogni situazione di difficoltà e disagio da parte dei minori. Il cosiddetto PriIS (acronimo riferito precisamente a questo nuovo servizio) è già esecutivo ed esiste anche un vademecum, che è stato diffuso ai comuni del Distretto Ovest (oltre a Bondeno, ne fanno parte Cento, Terre del Reno, Vigarano Mainarda e Poggio Renatico) che stanno collaborando all’iniziativa. Ma di che cosa si tratta? «L’obiettivo che ci siamo prefissi, attraverso la definizione di precise linee guida, è quello di garantire una risposta rapida e appropriata, rispetto ai bisogni di minori in difficoltà», assicura l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Bondeno, Cristina Coletti. Per fare alcuni esempi concreti: minori in stato di abbandono segnalati dalle forze dell’ordine e dalle strutture sanitarie. Per i quali occorre agire con risposte immediate, garantendo un servizio capillare ed anche una reperibilità del personale anche oltre gli orari di chiusura dei Servizi sociali territoriali.

 
«Una sfida che i vari enti hanno accolto, per fare fronte a situazioni che si verificano, purtroppo, con una certa regolarità – sottolinea Coletti –. Una risposta al problema che è stata condotta attraverso un dialogo proficuo tra tutte le istituzioni coinvolte, comprese le forze dell’ordine e la Polizia municipale». A tale proposito, si è svolto nelle scorse settimane un incontro teso a definire i dettagli del nascente protocollo d’intesa, tra l’assessore Coletti, la dirigente scolastica dell’Istituto Bonati, Stefania Borgatti, la coordinatrice del Pris, Ilaria Schiavon; Ambra Gardinali (responsabile Open Group), Mauro Marcellini (vicecomandante Polizia municipale) ed il comandante della stazione dei carabinieri di Bondeno, Abramo Longo. Presenti inoltre la dirigente del servizio, Paola Mazza, con le assistenti sociali del Comune: Giovanna Bonura ed Antonella Galiotta, e l’educatore Elena Bollini.
 
Oltre ai casi di abbandono, cui si faceva riferimento, il “Pronto intervento sociale” si rivolge anche a chi si trova a rischio per la propria incolumità, neonati e bambini nella fascia di età prescolare in condizioni di forte disagio, minori vittime di sfruttamento o maltrattamenti. Apposito personale sarà sempre raggiungibile telefonicamente e si occuperà di verificare la sussistenza dei requisiti per attuare il servizio, constatando anche la situazione sanitaria del minore. A seconda dei casi, si potrà procedere al collocamento del minore (eventualmente anche con la madre) in un luogo protetto, oppure all’adozione di un provvedimento di urgenza che andrà calibrato caso per caso (fino all’allontanamento dalla famiglia, attuabile con provvedimento del sindaco (ex art. 403 c.c.). Ed ancora, affidando temporaneamente il minore a parenti entro il quarto grado, identificati e valutati come idonei. «In caso di collocamento protetto dei minori – conclude Cristina Coletti – è stata individuata una rete di risorse utili, al fine di richiedere l’accoglienza immediata e protetta dei minori in condizioni di abbandono o grave pregiudizio». Il minore sarà accompagnato dall’équipe educativa con la collaborazione delle forze dell’ordine, nel luogo protetto individuato.